Ci ha lasciato un'opera molto famosa: Institutio oratoria, nella quale descrive l'intero processo di educazione, con particolare attenzione nei confronti del futuro oratore.
Egli fornisce un ritratto del maestro ideale:
- essere pratico, positivo, morale;
- essere coinvolgente per gli studenti;
- rendere l'insegnamento naturale e divertente;
- adeguare il metodo all'indole dell'allievo;
- spronare gli alunni con la lode;
- concedere svago e gioco per garantire una continua volontà di studio;
La formazione degli oratori deve avvenire in questo modo:
- in famiglia, i ragazzi apprendono latino e greco
- frequentano la scuola del grammaticus
- verso i 14 anni, passano allo studio vero e proprio della retorica
Però alla formazione del "buon oratore" a cui pensa Quintiliano non è sufficiente la grammatica e la retorica, ma un'educazione completa.
Il maestro ideale, oggi:
Precedentemente è stato fatto un sondaggio che chiedeva di scegliere quale era la competenza chiave in base alla quale selezionare un insegnante e questi sono i risultati:
Rigore: 2%
Conoscenza delle discipline: 19%
Capacità d'ascolto: 17%
Capacità di relazionarsi: 43%
Imparzialità nel valutare: 12%
Mitezza caratteriale: 0%
Competenze tecnologiche: 4%.
Come si vede, pertanto, la maggioranza ha scelto la capacità di relazionarsi; seguono a ruota la conoscenza delle discipline, la capacità d'ascolto, l'imparzialità nel valutare, e così via.
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Il piacere di studiare passa (anche) dalla corretta relazione con l'insegnante. |
La diffusione delle scuole
L'organizzazione generale degli studi si estende sempre di più a tutto l'impero e diffonde, in questo modo, la cultura e la lingua latina.
Adesso è favorito l'accesso all'istruzione di nuovi ceti sociali. In ogni caso, quella privilegiata è la preparazione tecnica adeguata ai compiti richiesti nell'amministrazione pubblica.
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