sabato 21 ottobre 2017

Insegnanti e allievi

Con l'ingresso nel mondo della scuola le identità del bambino si moltiplicano:
- figlio
- studente
- compagno di classe

 La sua vita cambia, viene organizzata in maniera diversa...
Aumentano le attese e le aspettative sul suo comportamento, e inoltre a guidarlo, istruirlo e ammonirlo, non saranno più solo i genitori, ma tutto il personale scolastico.
I suoi ruoli si moltiplicheranno come le immagini che di lui avranno gli altri.
Emergeranno nel bambino anche nuovi comportamenti molto banali che potranno stupire i genitori, i quali probabilmente diranno: "Non ha mai fatto così!" oppure "Da quando va a scuola è cambiato!".
In realtà questi comportamenti fanno parte del processo di crescita, sono del tutto normali.



  A CASA






         A SCUOLA




La comunicazione educativa è per prima cosa una trasmissione di informazioni tra un mittente e un ricevente.

Mittente = Insegnate 
Ricevente = Allievo 




Il messaggio però, deve essere trasmesso in modo efficace, tenendo conto che la comunicazione non è un processo unidirezionale, ma segue una dinamica circolare nella quale mittente e ricevente si scambiano i ruoli: lo studente che ascolta l'insegnante reagisce con domande, cenni del capo, espressioni del viso e diventa a sua volta mittente, mentre invece, l'insegnate diventa ricevente, e i ruoli si invertono...
Per evitare che la comunicazione sia disturbata, ossia che il messaggio non venga capito bene, è opportuna la metacomunicazione esplicita: il ricevente dichiara di aver ricevuto e compreso il messaggio, e se necessario, permette una riformulazione.
Nell'attività educativa è l'insegnante a sollecitare la metacomunicazione, usando per esempio una delle funzioni del linguaggio analizzate da Roman Jakobson , la funzione metalinguistica, che consiste nel verificare se il codice adottato viene inteso correttamente dal ricevente (con la domanda: "capisci ?").

E' molto importante che l'insegnante, in quanto adulto "facilitatore" del processo di insegnamento-apprendimento verifichi e spinga l'allievo a verificare le modalità e l'efficacia della propria comunicazione.

Ma come coinvolgere meglio gli alunni durante le lezioni ? 

La disposizione e l'organizzazione dei banchi può essere molto d'aiuto per una migliore concentrazione.

1. I BANCHI "FRONTALI"
    
Permette di vedere bene davanti a sè gli studenti, di avere un contatto visivo con loro, di fare lezione senza affaticarsi troppo, comodamente seduti alla propria scrivania. 








2IL FERRO DI CAVALLO
 
Il ferro di cavallo, nelle aule dove lo spazio lo permette, è utilissimo per le lezioni cosiddette "frontali", ovvero la spiegazione da parte dell'insegnante, ma consente anche di fare conversazioni. Per chi utilizza spesso la metodologia attiva della discussione, questa disposizione è comodissima: si può rimanere seduti, ma si riesce a vedersi tutti in volto. Se lo spazio è poco si può raggiungere il compromesso di inserire uno o due banchi al centro, ma sarebbe ancora meglio spostare la cattedra al centro, in avanti, a chiudere efficacemente il cerchio







3. TANTE ISOLE

 La disposizione a isole, utilizzata nelle scuole estere e snobbata spesso in Italia, è l'ideale per chi utilizza il cooperative learning, l'apprendimento cooperativo. Per fare lavorare i ragazzi in gruppo, la dimensione dell'isola (quattro/cinque banchi insieme a formare un grande tavolo) è molto efficace. Certo, il metodo va applicato in classi che già sono avvezze a queste metodologie attive, altrimenti si rischia di avere più caos del solito. Un aumento del rumore, in generale, è previsto in una disposizione come questa: sarà compito dell'insegnante gestire tale rischio. Questa organizzazione permette anche all'insegnante di abbandonare la cattedra in un angolo e di sedersi ogni volta in un gruppo diverso.




 





"Anche una disposizione particolare potrebbe mettere a rischio l'attenzione degli alunni, è bene fare molta attenzione anche a questi particolari "





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