sabato 21 ottobre 2017

Il dialogo socratico

La prima forma di dialogo educativo di cui abbiamo conoscenza è il dialogo socratico, che prende il nome dal filosofo ateniese Socrate.


                Pietro della Vecchia, Socrate e due alunni, XVII secolo. Madrid, Collezione Reale, Museo del Prado. 


Chi insegnava l'arte del discorso ???

I sofisti, i primi maestri a pagamento della storia.

Che cosa insegnavano ??

- La retorica (l'arte dei lunghi discorsi che puntavano alla persuasione)
Es.: un politico che parla a un gruppo di persone 
- La dialettica (l'arte delle serrate argomentazioni logiche con le quali smontare le tesi degli avversari in un faccia a faccia con l'interlocutore)
Es.: due avvocati/politici che dibattono








Socrate, attraverso il dialogo, induceva gli interlocutori a rigettare le false credenze cui erano legati, comprendendone la debolezza o la falsità. 
Così il maestro spianava la strada alla ricerca della verità e insegnava ad affrontare in modo critico le proprie opinioni.
Socrate coinvolgeva il suo interlocutore con continue domande, procedendo per piccoli passi, in modo che quest'ultimo avesse il tempo di comprendere quanto diceva Socrate e approvarlo o rifiutarlo.
Il dialogo socratico, quindi, è simile all'attuale dialogo educativo, che prevede un'attiva partecipazione da parte dell'allievo, vero artefice della costruzione del proprio sapere.



Qual'è il fine del dialogo socratico e quali mezzi usa ??






I mezzi che il dialogo socratico usa:
- ironia: ti gonfia nella tua certezza e poi rivela che quello che aveva detto era ironico.
  A differenza del sarcasmo, è dalla parte dell'interlocutore.
- brachilogia: essenziale ed efficace brevità nell'esprimersi
- confutazione: critica diretta

Il fine del dialogo socratico:
- maieutica: è l'arte della levatrice, che vuol dire "ostetrica"
Socrate diceva che faceva il lavoro di sua mamma, ovvero l'ostetrica, perché lui era filosofo e faceva nascere le conoscenze. 
- ti esti: nel dialogo socratico il fulcro è l'interrogatorio TI ESTI' (che cos'è) cioè la richiesta di una definizione precisa. 

Platone, anche lui antico filosofo greco, scriveva dei dialoghi per lo stesso motivo per cui Socrate condannò la scrittura, la concezione della filosofia come sapere aperto, ovvero Socrate pensava che i libri si leggessero senza elaborarne il contenuto, invece nel dialogo c'era lo scambio di opinioni e battute sempre nuove e mai scontate e statiche, quali possono essere quelle di un libro.
Molti dialoghi di Platone comprendono la figura di Socrate, tra cui "Liside", che non è fra i più noti, però è probabilmente l'unico in cui viene messo in luce il concetto platonico di amicizia.






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