domenica 29 aprile 2018

La Patristica

La Patristica greca


Ad Alessandria d'Egitto Clemente Alessandrino che dirige il Didaskaleion, scrive due opere, il Protrettico e il Pedagogo, nelle quali affronta il rapporto tra cristianesimo e cultura greca.




Ad ogni modo, Clemente ritiene possibile individuare nei filosofi antichi una scintilla divina. Il cristianesimo diventa una nuova paidéia.
Nel Pedagogo Cristo l'attenzione all'educazione si riferisce a ogni aspetto della crescita individuale.
Successore di Clemente è Origene, per lui è il messaggio divino a porsi come educatore dell'umanità.
Scopo dell'educazione  cristiana è quindi, favorire il ritorno a Dio.





Tra i più grandi educatori della Patristica greca, va ricordato anche Giovanni Crisostomo.





Nell'opera intitolata Della vuota gloria e dell'educazione dei figli egli considera la formazione etica.

Anche i giovani devono essere vicini alla parola di Cristo. Con Giovanni Crisostomo vengono recuperate anche la grammatica e la retorica.




I primi apologisti della Patristica latina: Minucio Felice e Tertulliano contro la cultura pagana 


La Patristica latina è il gruppo di Padri della Chiesa che scrive in latino e spesso è più radicato nell'Occidente dell'impero.




In questo contesto, il primo scritto apologetico a favore dei cristiani è forse il dialogo Ottavio dell'avvocato romano Minucio Felice.
Una posizione estrema , e ancora più critica, è quella dello scrittore latino Tertulliano, secondo il quale è la fede e non la ragione l'unico mezzo per raggiungere la verità.


Tertulliano



Nell'opera "Apologetico" nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo.

La sua espressione più celebre:


"credo quia absurdum"


Significato: "credo proprio perché assurdo"






La Patristica latina dei secoli successivi: san Gerolamo e sant'Ambrogio


San Gerolamo


San Gerolamo, a cui si deve la Vulgata, la versione in latino della Bibbia che circola in tutto il medioevo, manifesta ancora un atteggiamento di chiusura nei confronti del mondo classico...
Gerolamo insiste sull'importanza dell'educazione nella prima infanzia, compito assegnato ai genitori. 
Egli però, insiste in particolare, sull'educazione femminile attraverso tre lettere indirizzate a Leta per l'educazione della piccola Paola, a Gaudenzio per l'educazione della fanciulla Pacatula e alla vergine Eustochio. Oltre la preghiera, Gerolamo consiglia per l'educazione delle fanciulle indirizzate alla vita monastica anche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica
In Gerolamo è quindi presente un'attenzione particolare per l'educazione femminile.



Sant'Ambrogio


Invece Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, trae spunti dal De officis di Cicerone per l'elaborazione della propria opera I doveri dei sacerdoti (De officis ministrorum). 


De officis



De officis ministrorum 


Ambrogio indirizza a sua volta la propria opera ai "figli" in senso spirituale, cioè al clero e alla popolazione di Milano. 
Anche le virtù tradizionali vengono "adattate" al cristianesimo: così la fides latina (cioè, la lealtà) diventa la fede in Cristo, con "prudenza" si intende anche la devozione verso Dio, la charitas assume un significato più interiore. 
Egli distingue due livelli di servizio/dovere: l'officium medium che fa riferimento ai comandamenti divini validi per tutti i fedeli e l'officium perfectum che raccoglie i consigli che valgono per i santi. 

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