venerdì 8 dicembre 2017

Le emozioni


 Alla componente cognitiva nel processo di apprendimento si affiancano la valutazione e attribuzione di significati e le emozioni in un rapporto definito da Bandura "determinismo reciproco".
Il ruolo delle emozioni può essere sia positivo sia negativo: un'ansia eccessiva (ansia da prestazione) è infatti causa di una sorta di paralisi dei processi cognitivi e della memoria.





Prendiamo come esempio un ragazzo delle università che sta svolgendo un esame, per il quale non ha aperto libro...
Ovviamente va in PANICO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Il suo tormento stava a testimoniare la capacità del cervello emozionale di prendere il sopravvento sul cervello razionale, la sua capacità di paralizzarlo.
In pratica, i pensieri di autocommiserazione e il senso di impotenza hanno la precedenza su tutti gli altri...
La corteccia cerebrale è la parte del cervello responsabile del pensiero; il sistema limbico è un insieme delle strutture cerebrali che ha a che fare con l'emotività, il comportamento, la memoria a breve termine e altri processi. In altri termini, non riusciamo più a pensare lucidamente, come nel caso del ragazzo delle università durante il suo terrificante esame di calcolo.





Autoefficacia: si riferisce alla percezione che ognuno possiede rispetto alla propria capacità di organizzare le attività e di raggiungere obiettivi. 


Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2016/03/autoefficacia-apprendimento/




Questo concetto è stato usato in ricerca secondo due accezioni: come autoefficacia riferita all’abilità percepita di effettuare un particolare comportamento; come autoefficacia riferita all’abilità percepita di controllare, prevenire o gestire le potenziali difficoltà che possono sorgere nell’esecuzione di una particolare prestazione (Kirsh, 1995; Maddux e Gosselin,2003). La ricerca suggerisce che l’autoefficacia funziona come un’organizzazione gerarchica di credenze con diversi livelli di concretezza e complessità dell’azione da compiere, ciascuna delle quali differisce per il livello, per la forza e la generatività; tali credenze influenzano profondamente l’apprendimento ed anche lo sviluppo a lungo termine (Bandura, 2000a; Ehremberg, Cox e Koopman, 1991).
Ciò significa che oltre ad una percezione generale di autoefficacia, ci sono credenze molto specifiche di auto-efficacia riguardanti differenti domini del sé (ad es. forza fisica nel calcio, resistenza alla fatica nel prepararsi ad un difficile test di matematica). Prendendo l’autoefficacia nell’utilizzo di una lingua come esempio esplicativo: il livello di auto-efficacia nell’utilizzo di una lingua si riferisce alle variazioni di padronanza percepita per esempio tra una prima ed una seconda lingua; la forza nell’autoefficacia percepita si riferisce al grado di sicurezza nell’usare questa lingua in occasioni formali o sociali, mentre la generatività si riferisce al trasferimento delle credenze di autoefficacia tra differenti compiti legati alla lingua (ad es. esposizioni scritte o orali).
Ciascuna credenza e le sue conseguenze sono sensibili a variazioni di situazione, di contesto e nel compito; queste credenze guidano ed organizzano la performance e l’insieme delle azioni di ciascuna persona, queste ultime a loro volta avranno conseguenze positive o negative a livello fisico, sociale e di autostima. 

Ogni valutazione successiva alla performance modificherà le credenze di autoefficacia della persona, modificando la probabilità che lo specifico compito venga ripetuto in futuro (Bandura, 1997).











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