venerdì 8 dicembre 2017

Les choristes - I ragazzi del coro



locandina del film


Les Choristes - I ragazzi del coro (Les choristes) è un film del 2004 diretto da Christophe Barratier.



Christophe Barratier nel 2009

Come comincia il film ??

Pierre Morhange è un famoso direttore d'orchestra francese, che riceve una telefonata dalla Francia: sua madre è morta. Tornato in Francia, la sera dopo il funerale un uomo bussa alla sua porta. Inizialmente Pierre non lo riconosce, ma quando l'uomo dice di chiamarsi Pepinot improvvisamente si ricorda: cinquant'anni prima i due, quando erano ragazzi, erano stati tenuti in un collegio chiamato "Fond de l'étang" (Fondo dello stagno). Guardando le foto assieme, ad un certo punto Pepinot passa a Pierre un diario, scritto da Clement Mathieu, loro sorvegliante all'istituto. Pierre comincia a leggere, rivivendo il passato (flash back).


Pepinot


Pepinot adulto


Pierre 


Pierre adulto


Ed ecco come inizia tutto...

1949. Mathieu, compositore e insegnante di musica rimasto senza lavoro accetta un impiego da sorvegliante a Fond de l'étang. Viene accolto dal direttore Rachin, che gli parla dei ragazzi che frequentano l'istituto, del loro comportamento non corretto e gli presenta la sua regola azione-reazione. Suggerisce a Mathieu di non dare alcuna giustificazione agli alunni, nella convinzione che i ragazzi capiscono solo se puniti. Mathieu crede, invece, che per educarli sia possibile usare punizioni meno severe, instaurando con loro un dialogo e una maggiore comprensione. Dopo un paio di scherzi, sentendo i ragazzi cantare, decide anche di formare un coro diviso in tre gruppi, nonostante la contrarietà del direttore.
Una sera Mathieu sente Pierre Morhange, uno degli alunni più indisciplinati della classe, cantare un pezzo della canzone Vois sur ton chemin. Il ragazzo, grazie al suo talento, viene nominato solista del coro.





Mathieu è comprensivo con i ragazzi, ma così facendo si attira le antipatie del direttore.
Un giorno, arriva all'istituto un nuovo ragazzo: Mondain, un delinquente trasferito dal carcere minorile, verso cui Rachin dimostra ancora meno comprensione, picchiandolo e punendolo più volte, finché scappa. Poiché, nel frattempo, vengono persi anche i soldi per i sussidi, Rachin incolpa immediatamente Mondain, che, quando viene trovato e riportato all'istituto viene brutalmente picchiato e poi mandato in prigione. Mondain, però, continua a dichiararsi innocente.





Vedendo come il coro abbia portato molta più felicità, gli altri insegnanti dell'istituto cominciano ad appoggiare Mathieu dimostrando, in realtà, di tenere ai ragazzi; ma dati i recenti sviluppi Rachin proibisce la continuazione del coro. La cosa ha poca importanza: il coro diventa clandestino e poco tempo dopo zio Maxence, magazziniere dell'istituto che già da prima vedeva la disumanità del direttore, ne rivela l'esistenza alle benefattrici e alla contessa locale, che viene ad ascoltare i ragazzi. Il coro ha molto successo e Rachin lascia che i ragazzi continuino a cantare in classe (ma solo per attribuirsi il merito dell'ideazione del coro) e ora il signor Langlois, insegnante di matematica, accompagna il coro con il pianoforte. Ad un certo punto zio Maxence trova i soldi scomparsi vicino all'armonica di uno dei ragazzi: questa è la prova che Mondain era davvero innocente, ma comunque Rachin si rifiuta di farlo scarcerare poiché "se non è stato colpevole oggi, lo sarà stato ieri".
Nel frattempo, Mathieu aveva dedicato parte del suo tempo ad "addomesticare" Morhange, nel tentativo di renderlo più educato. La cosa aveva avuto successo e, nel frattempo, Mathieu si era avvicinato alla madre del ragazzo, Violette, raccontandole del talento del figlio ed incitandola un giorno a farlo sviluppare.
Un giorno, mentre Mathieu ha lasciato il collegio assieme ai ragazzi per portarli a giocare all'aperto quando il direttore non c'era, si scatena un incendio. Ad appiccarlo è stato Mondain, uscito dal carcere, per vendicarsi di Rachin. Mathieu viene licenziato per aver lasciato il collegio incustodito e quando se ne va i ragazzi, che sono chiusi in classe, lo salutano lanciandogli dalla finestra degli aeroplanini di carta, sulle note di Cerf volant. Mathieu se ne va commosso.
Il diario è finito perché Mathieu non ha fatto in tempo a scrivere il resto, ma Pepinòt racconta a Pierre quello che sa.
Tornando a casa Pierre ricorda ciò che è successo dopo il licenziamento di Mathieu: quest'ultima ingiustizia spinse il resto degli insegnanti a denunciare Rachin, che fu licenziato a sua volta, Pierre invece, dopo la partenza di Mathieu tornò a vivere con sua madre e fu ammesso al conservatorio di Lione, da cui partì la sua carriera musicale, Mathieu continuò a insegnare e comporre fino alla fine della sua vita mentre Pepinot, all'epoca il più piccolo dei ragazzi del coro e orfano di entrambi i genitori, lasciò l'istituto assieme a Mathieu coronando il suo sogno. Pepinot, infatti, era convinto che un sabato, giorno in cui Mathieu lo aveva "adottato" e portato via con sé, suo padre sarebbe venuto a prenderlo.


Commento
“Les Choristes” è un film fatto di piccoli gesti che scatenano enormi conseguenze, alle quali non si può rimanere indifferenti, come per esempio: l'istituzionalizzazione, che prende il nome da istituto in cui i ragazzi entrano in una spirale, che li porta a una relazione inaffettiva (APATIA). L’impressione iniziale data dal nuovo sorvegliante è quella di un grigio, timido personaggio, quasi insignificante. Ma la sua forza si rivelerà proprio essere la sua umiltà, la sua capacità di rispettare gli altri e di vedere il bello che c’è in ognuno. Ai suoi ragazzi farà dono della cosa più preziosa che ha: la sua musica, la sua anima. Il mondo non è più grigio, il futuro non è più grigio. Nessuno è più solo: il coro unisce e rende tutti indispensabili gli uni per gli altri. In questo film la musica ha un ruolo fondamentale: le melodie sono semplici ma molto toccanti e i testi si adattano ai momenti di crescita dei personaggi. Saliamo sull’aquilone e voliamo sulle note a vedere il mare ma non facciamoci portare via dalla tormenta, prendiamo la mano che ci viene tesa e che ci vuole guidare verso un futuro di luce.


Il finale del film ci esorta ad avere fiducia e a credere che, nella vita, prima o poi, ognuno avrà il suo “sabato”.

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