mercoledì 14 febbraio 2018

Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera




Il film è diviso in 5 segmenti (le cinque stagioni del titolo), e ogni segmento descrive una fase differente della vita di un monaco buddista.

monaco buddista

Primavera

La storia comincia con la presenza di un anziano monaco e del suo giovanissimo discepolo, che vivono in un eremo galleggiante al centro di un laghetto. Il novizio è il protagonista del film. Durante la "primavera" della sua esistenza, il giovane novizio scopre l'importanza e il rispetto della vita, grazie soprattutto alla rigida educazione impostagli dal suo maestro. Infatti questo, per punire il bambino per il suo atteggiamento violento e cinico nei confronti di alcuni animali del bosco, lo punisce infliggendogli la stessa pena. In questa parte del film, nell'eremo è presente un cane.



Estate
La vita del giovane monaco, divenuto ormai un adolescente, viene stravolta dall'arrivo nell'eremo di una donna con sua figlia, anche lei adolescente ma malata. Alla richiesta della madre, il vecchio monaco accondiscende a che la ragazza resti nel monastero per poter curare il suo male, anche se il maestro ritiene che il problema non sia fisico, bensì interiore. La presenza della ragazza turba profondamente il giovane monaco, al punto che i due cederanno alle loro tentazioni, apparentemente all'insaputa del vecchio monaco. Il giovane monaco, innamorato della ragazza ormai guarita e partita per tornare nel mondo "reale", scapperà dall'eremo per poterla raggiungere. In questa "stagione", nell'eremo è presente un gallo.


Autunno

Il vecchio monaco continua la sua vita solitaria nell'eremo e, per caso, scopre su una pagina di giornale che un trentenne è in fuga dopo aver ucciso sua moglie per gelosia. Il fuggitivo è proprio il giovane monaco, che si rifugia nell'eremo presso il suo maestro, e dove tenta anche il suicidio ma è prontamente fermato dal vecchio. In questa parte del film, nell'eremo è presente un gatto bianco. Per aiutare a ritrovare la pace interiore, il vecchio monaco assegna al giovane un lavoro di grande calma e meticolosità: incidere nel legno del basamento del tempio l'intero testo cinese del Sutra del Cuore della Perfezione della Saggezza, che egli stesso dipinge sul legno usando la punta della coda del gatto come pennello. Intanto, però, due poliziotti riescono a scovare il giovane omicida ma accettano, su richiesta del maestro, di portarlo via solo a lavoro concluso. L'indomani mattina il giovane termina il lavoro e parte con i due poliziotti. Tempo dopo il vecchio monaco, ormai invecchiato e debole, decide di mettere fine alla sua vita, consapevole di aver adempiuto al suo compito, dandosi fuoco su una pira funebre nella sua barca al centro del lago. Dalla barca esce un serpente, che entra nell'eremo.







Inverno

Ormai divenuto un uomo maturo, il discepolo del defunto maestro torna all'eremo, dove tutto è ghiacciato per il freddo, con il serpente lì ad aspettare. Dopo aver scoperto la fine del proprio maestro, il monaco comincia ad esercitarsi nelle arti marziali. Ma la sua vita cambia allorquando una giovane donna lascerà nel convento alle attenzioni del monaco, il suo piccolissimo figlio. Questa mentre cerca di allontanarsi nel cuore della notte, cade in un buco nel lago ghiacciato che il monaco aveva scavato in precedenza per estrarre l'acqua per bere e lavarsi, e finisce annegata. Il giorno successivo il monaco ritrova il suo cadavere, e reagisce legando al suo corpo la grande pietra circolare del monastero e si arrampica sulla sommità della montagna circostante più elevata portando un'altra statua, che dispone lì, rivolta verso il lago.



... e ancora primavera

Il ciclo della vita riprende: il monaco si prenderà cura del bambino, che intanto è cresciuto, così come il vecchio defunto monaco aveva fatto tempo addietro con lui. Stavolta nell'eremo è presente una tartaruga.


Cerchiamo di capire il significato del Sutra del Cuore della Perfezione della Saggezza...



Il testo consiste di soli quattordici śloka (versi) nella versione in sanscrito e 260 caratteri nella versione cinese più diffusa. 
L'argomento del sutra è la formulazione la dottrina della "vacuità" (o letteralmente: "vuotezza", sanscrito śūnyatā) ovvero la insostanzialità (o non esistenza intrinseca) di tutti i fenomeni. I dharma, resi in italiano come "fenomeni" comprendono sia gli oggetti dei sensi, che rientrano nel mondo fenomenico della filosofia occidentale, ma anche gli oggetti del pensiero (intendendo la mente come organo di senso) e, per questo, il campo coperto dal concetto di "dharma" è molto più ampio.
 La vacuità dei fenomeni è intesa sia per il fatto che essi sono privi di realtà intrinseca sia perché sono condizionati da altro da sé.
 La visione profonda rivela l'insostanzialità (śūnyatā) dei cinque skandha (elementi): forma (o materia, rūpa), sensazione (vedanā), percezione (saṁjñā), discriminazione (aggregati o costrutti mentali, samskārā), e coscienza (vijñāna); cioè tutte le parti in cui tradizionalmente è articolata, secondo la filosofia buddhista, la realtà fisica e psichica.
Ecco alcune traduzioni del sutra:
色不異空,空不異色;色即是空,空即是色: "La forma non è diversa dal vuoto, il vuoto non è diverso dalla forma, la forma è proprio tale vuoto, il vuoto è proprio tale forma".
La versione di Xuánzàng:
色不離空,空不離色,色即是空,空即是色,是色彼空,是空彼色: "La forma non è distinta dal vuoto, il vuoto non è distinto dalla forma; la forma è proprio tale vuoto, il vuoto è proprio tale forma; se questa è la forma tale è il vuoto, se questo è il vuoto tale è la forma"
A questo punto Avalokiteśvara svela che tutti i dharma sono vuoti e:
« 不生不滅、不垢不淨、不增不減
"non nati né distrutti, non puri né impuri, non si accrescono né decrescono" »
Questa affermazione, che smentisce clamorosamente la realtà così come intesa dai sensi, va letta tenendo presente che il "punto di vista" proviene dal piano della Prajñāpāramitā, la Perfezione della Saggezza.
Nel seguito del sūtra la stessa insostanzialità viene rilevata per i sei sensi (cinque sensi più l'aspetto mentale), per gli oggetti dei sensi e infine per le stesse Quattro nobili verità:
« 無苦集滅道 (sanscrito: na duḥkha samudaya nirodha marga)
"Non v'è Sofferenza, né Causa, né Liberazione, né Via [che vi conduca]"

Dopodiché il sūtra introduce il tema, tipicamente Mahāyāna, della via del Bodhisattva, Essere illuminazione:
« 菩提薩埵,依般若波羅密多故,心無罣礙
"I bodhisattva, prendendo rifugio nella Perfezione della Saggezza, sono privi di barriere mentali" »
Le "barriere mentali" rimanda ai concetti espressi dalla scuola Vijñānavāda, nota per essere considerata il "Terzo giro della Ruota del Dharma". Ed è solo grazie a tale visione priva di barriere, continua il sūtra, che essi:
« 遠離顛倒夢想,究竟涅槃
"vedono al di là delle illusioni e infine giungono al Nirvāṇa". »
e raggiungono l'Anuttarā-saṃyak-saṃbodhi, la "perfetta e insuperabile liberazione".

Il sūtra si conclude, svincolandosi da qualsiasi pensiero discorsivo e dalla logica sin qui seguita e introducendo, con un crescendo di aggettivi, il mantra finale.

Ancor più famoso del testo stesso è il mantra conclusivo, definito come "Mahāmantro, mahā-vidyā mantro, ‘nuttara mantro samasama-mantrah", cioè "Il grande mantra, il mantra della grande sapienza, supremo, incomparabile, che libera da ogni sofferenza...

Cosa rappresentano gli animali diversi per ogni stagione ?

il gallo



Il gallo era legato all'esplosione del giovane durante l'estate.


Il gatto



Il sutra della redenzione, tracciato in nero con la sua coda, pare contrapporsi alla purezza del pelo bianco, così come le condizioni fisiche del felino stesso paiono profondamente legate a quelle dell'allievo ritornato.


Il serpente



Al contrario dell'iconografia consueta del "nostro" occidente, assume qui un significato non "positivo", ma certo non legato al peccato e al male, anzi più alla natura e alla sua bellezza e crudeltà..

Il cane



Si credeva anche che il cane fosse in grado di proteggere gli umani dagli spiriti cattivi, dalle malattie, dai fantasmi e dalle apparizioni malvagie, e anche di avvertire l'arrivo di disastri imminenti e di prevenirli...
Probabilmente, si collega al comportamento del bambino verso gli animali..


La tartaruga



Era considerata un animale sacro che metteva in contatto il cielo con l'essere umano. Era inoltre un' emblema di longevità, felicità, stabilità e forza.


Che cosa significa "satori" ?

Il satori è il momento dell'illuminazione nella pratica del Buddismo Zen, momento in cui l'intera esperienza personale e cosmica è proiettata in un unico istante, che porta ad un annullarsi cosciente del soggetto, non derivante da una rinuncia al mondo esterno ma dalla partecipazione ad esso tramite l'atto puro. Tale processo è ben espresso dalla forma poetica dell'haiku.

Il simbolo



Indica l'esperienza del risveglio inteso in senso spirituale, nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che si "rende conto" e l'oggetto dell'osservazione.




Nessun commento:

Posta un commento