domenica 27 maggio 2018

Agostino: il linguaggio



Antony Kenny analizza il Maestro agostiniano, opera precedente le Confessioni, dedicata più al linguaggio che all'educazione in generale, nella quale l'autore immagina di dialogare con il figlio Adeodato. Agostino sostiene che utilizziamo il linguaggio per vari scopi, che vanno al di là della semplice comunicazione. Nella parte delle Confessioni in cui ripercorre la propria infanzia, Agostino descrive l'apprendimento del linguaggio.

Le considerazioni sul linguaggio contenute nelle Confessioni furono precedute da una trattazione molto più ampia del tema in un'opera precedente, il De Magistro. L'opera che è un dialogo tra Agostino e il figlio Adeodato, si occupa di un tema molto più ristretto di quello suggerito dal titolo. Essa non tratta dell'educazione in generale, ma si concentra sull'insegnamento e l'apprendimento del significato delle parole.
Agostino non trascura di esaminare l'affermazione, a prima vista banale, secondo cui le parole sono segni che stanno per qualcosa.
La definizione ostensiva, sembra offrirci una via d'uscita da questa difficoltà, almeno per quanto riguarda alcune parole - come "camminare", "mangiare", e "stare in piedi" - che sono spiegabili direttamente, facendo ciò che la parola significa: io posso cioè definire la parola "camminare", camminando avanti e indietro. Supponiamo però che quando qualcuno mi chiede cosa vuol dire, io stia già camminando: come faccio in questo caso a definire la parola?
Come posso sapere che il significato che mi si sta presentando è quello di "camminare" e non quello di "fretta"?

= camminare

= camminare o fretta ?


Dal fallimento di una concezione dell'apprendimento basata sull'ostensione, Agostino conclude infine che il significato delle parole è qualcosa che viene insegnato non da un qualunque maestro umano, bensì da un maestro interiore, la cui dimora è in cielo.
Siamo di fronte a una versione cristiana della tesi platonica del Menone secondo cui ogni conoscenza è in realtà reminiscenza, vale a dire un ricordo vago e remoto.


Il quadrato blu ha area doppia del quadrato giallo
Un passo cruciale del Menone è l'esperimento maieutico fatto da Socrate per dimostrare al dubbioso Menone l'esattezza della sua teoria dell'anamnesi, = ricordo.

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