domenica 27 maggio 2018

Il riscatto di Celso

Il filosofo Origene si è impegnato come molti Padri della Chiesa, nella difesa della nuova religione, il cristianesimo, contro gli attacchi della cultura pagana. In particolare, Origene ha lasciato un'opera, Contro Celso, che prende di mira un esponente della seconda sofistica, il quale difende il logos, la ragione, e il nomos, la legge, contro il pericolo di instabilità rappresentato dal fenomeno in ascesa del cristianesimo.










Si dice comunemente che la storia sia scritta dai vincitori. A volte, però, sono i vincitori che salvano almeno gli scritti degli sconfitti, permettendoci così di riconoscere un altro punto di vista sulla medesima storia. E' il caso di Celso, che compose uno scritto polemico contro i cristiani intorno al 170 d.C.; una settantina d'anni dopo il grande teologo Origene venne sollecitato dal suo sponsor Ambrogio, ricco e potente esponente della burocrazia imperiale, a redigere una risposta alle critiche mosse da Celso alla nuova religione. Nacque così il trattato Contro Celso, che si estende per otto lunghi libri. La verità che Celso oppone ai cristiani si struttura attorno a due principi fondamentali: il logos, ovvero il principio di razionalità che trova la massima espressione nella filosofia greca, e il nomos, la "legge", intesa come somma delle tradizioni etico-civili dei popoli riuniti in unità dal governo illuminato di Roma. Di fronte a questi due principi, convalidati da una veneranda antichità e da una secolare elaborazione culturale, stanno, per Celso, l'irrazionale credulità dei cristiani e la loro insofferenza verso l'ordine stabilito, frutto di un istinto di rivolta, la stasis, che i cristiani avrebbero ereditato dai loro progenitori, gli ebrei.
Non sappiamo molto della personalità storica di Celso; Origene lo presenta come un filosofo epicureo, ovvero ateo, in quanto i seguaci di Epicuro negavano l'esistenza della provvidenza e qualsiasi interesse delle divinità verso gli uomini.
A differenza del suo scritto, Celso non è sopravvissuto alla sconfitta. Ma certo sarebbe stato sorpreso sapendo che la Chiesa ha costruito la propria legittimazione proprio attorno alla pretesa di rappresentare la forma più alta di razionalità. L'accorato, ovvero molto triste, appello conclusivo di Celso, affinché i cristiani si schierassero a sostegno dell'impero in difficoltà, in fondo, ha ricevuto la più inattesa delle risposte.



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