sabato 12 maggio 2018

Gregorio Magno :la formazione del clero e l'educazione popolare

Man mano che la Chiesa acquista importanza, sorge la necessità della formazione dei sacerdoti e dell'istruzione dei fedeli. Questi problemi sono al centro di alcune opere di Gregorio Magno.


 Roma - S. Gregorio Magno - Chiesa di S. Gregorio


Egli è considerato un divulgatore della religione cristiana e nella sua Regola pastorale detta i principi pedagogici per la formazione di chierici e vescovi.




Per chierici si intendono le comunità religiose cattoliche composte prevalentemente da sacerdoti.
Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papà, in alcuni dei suoi numerosi scritti (Moralia ed Epistulae) ricorda ai suoi vescovi di perseguire la formazione religiosa del popolo, attraverso la predicazione. Questa non deve utilizzare un linguaggio forbito, ma adattarsi a un uditorio modesto.
Accanto alla cura per la semplificazione del linguaggio, un altro principio pedagogico importante è il ricorso alle immagini (affreschi e bassorilievi) a fini didattici, chiamato anche Bibbia dei poveri.

La Biblia pauperum (espressione latina che significa Bibbia dei poveri) è una raccolta di immagini medievali che rappresentano scene della vita di Gesù con i corrispondenti tipi profetici, cioè con le figure e le vicende dell'antica storia di Israele che, secondo la tradizione cristiana, sono anticipazioni e prefigurazioni della vita del Cristo.

Tre episodi della Biblia Pauperum che illustrano similitudini fra il Vecchio
e il Nuovo Testamento: Evae il serpente, l'Annunciazione, il miracolo di Gedeone.


Sarà una caratteristica di tutte le chiese del Medioevo.
Importante è anche la formazione della schola cantorum, che riconosce nel canto un momento importante per unire i credenti nelle funzioni religiose. Infine, Gregorio trasforma in monasteri i suoi possedimenti a Roma (sul Celio) e in Sicilia per diffondere anche tra il popolo la cultura religiosa.

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