sabato 26 maggio 2018

Come allevare i bambini

Muhammad al-Ghazzali è il più noto tra i pedagogisti islamici. Certe sue raccomandazioni ricordano quelle del cristiano Giovanni Crisostomo per il richiamo sia al padrone sia ai pericoli dell'eccessiva ricchezza nonché di certe forme di svago.












Il bambino è un deposito nelle mani dei suoi parenti. Il suo puro cuore è una perla preziosa, semplice, priva di ogni impronta e forma, ed egli è pertanto ricettivo a tutto ciò che vi si imprime ed inclinabile in ogni direzione: se viene indirizzato ed istruito al bene, cresce buono e diventa felice in questa vita e nell'altra, premio che con lui condividono i suoi genitori e ognuno che concorra ad istruirlo ed a educarlo; se invece viene assuefatto al male e lasciato a se stesso come un animale, se ne fa un infelice; e la pena ricade sul capo di chi lo ha in podestà ed in cura. Il padre non dovrà abituarlo alle mollezze, né incoraggiarlo al lusso e all'abbondanza, perché egli non consumi la propria esistenza nel cercarle, quando sarà grande... Non appena lui inizierà a formulare un giudizio, il genitore dovrà seguirlo ancor più da vicino. I primi segni del discernimento consistono nelle prime manifestazioni del sentimento e della vergogna. Se infatti egli ha ritegno e vergogna e si astiene da certi atti, vuol dire che è spuntata in lui la luce della ragione, che gli fa vedere alcune cose come cattive e diverse dalle altre, per modo che di alcune si vergogna e di altre no... Il bambino che si vergogna non deve essere lasciato a se stesso; al contrario si devono utilizzare la sua vergogna e il suo discernimento per educarlo.
Poi il bimbo andrà a lavorare a scuola: imparerà il Corano, le tradizioni dei buoni e le storie dei pii, ovvero quelli che credono, affinché gli si figga nella mente l'amore dei santi. Sarà tenuto lontano dalle poesie  che parlano di amore e di amanti e dalla frequentazione dei letterati che pretendono che questo sia un oggetto elegante e da nature raffinate..


Riproduzione del Corano, con commento (tafsīr) in margine

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